Problemi conservativi

La chiesa di San Pietro Barisano soffre dei problemi di deterioramento comuni alle chiese rupestri materane, per essere interamente o parzialmente scavate all’interno di massi rocciosi; in aggiunta, la funzione stessa svolta nel passato da alcuni dei suoi ambienti, come ossari o “scolatoi” di cadaveri, e poi i lunghi anni di abbandono, hanno determinato un particolare livello di deterioramento delle strutture e dei materiali.
Problemi conservativi di ingente entità si sono verificati all’interno nel lungo periodo di tempo: la sinergia fra la natura intrinseca della pietra costituiva, i parametri ambientali, e i contaminanti chimico-biologici, ha determinato e determina efflorescenze saline, patine biologiche, polverizzazione di pietra e intonaci.
I manufatti oggetto del restauro testimoniano, con il loro fragile stato di conservazione, le vicissitudini subite da questo luogo. Le superfici parietali dipinte, così come quelle delle pietre scolpite avevano sofferto tutti i fenomeni legati alla ingente presenza di umidità, ed erano ricoperte da coltri bianche di sali cristallizzati; il legno delle due grandi cornici nell’altare del Crocifisso e nell’altare centrale, e quello dei frammenti dell’altare di san Giuseppe erano deteriorati e cariati; la lamina sbalzata che riveste due sportelli lignei, completamente deformata e coperta di prodotti di alterazione del metallo.
Negli anni dell’abbandono, a tutto questo si sono sommate gravi rotture e perdite legati ad atti vandalici e spoliazioni.