Musei e mostre / Introduzione
Introduzione
Un segmento importante del progetto è consistito negli studi ambientali condotti in cinque musei della Basilicata ed in occasione di quattro esposizioni temporanee, inserite nei programmi di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura.
Il piano pilota di indagini scientifiche e monitoraggi 2018-2020 è stato sviluppato per mettere a punto un piano di controllo ambientale replicabile in tutti gli altri musei lucani, compresi alcuni siti rupestri urbani, inseriti in un percorso che rende Matera un museo all’aperto. Questi siti, infatti, fanno parte del tessuto museale materano grazie al fatto essere contenitori, in un contesto naturalistico e urbano insieme, di beni storico-artistici di diversa natura come dipinti murali, arredi lignei, frammenti lapidei, oggetti metallici.
L’obiettivo di questi studi ambientali è stato quello di individuare misure conservative ed espositive per migliorare la protezione di questo prezioso patrimonio, ma non solo. Questi rilevamenti annuali sono una fotografia della situazione climatica e microclimatica attuale e possono costituire un importante termine di confronto per il controllo delle modificazioni delle condizioni ambientali e, conseguentemente, di conservazione, legate ai cambiamenti climatici.
Tutti i dati raccolti nei musei durante il periodo 2018-2019, seguendo il protocollo della Scheda Ambientale, sono stati caricati nella banca dati di Carta del Rischio, alla quale si può accedere tramite richiesta di accreditamento (cartadelrischio.beniculturali.it).
In particolare, le attività di studio e monitoraggio ambientale sono state svolte a Matera, presso le due sedi del Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi che ospita una collezione permanente di opere d’arte moderna e contemporanea, e presso il Museo Archeologico Domenico Ridola che ospita beni archeologici di incomparabile bellezza ed importanza. In quest’ultimo museo è stata condotta anche una schedatura conservativa di vasi nelle sezioni Corredi funerari della Magna Grecia e della Collezione Rizzon e sono state svolte attività di manutenzione straordinaria e restauri di alcuni vasi.
Inoltre, in occasione delle mostre temporanee di Matera 2019, insieme ai monitoraggi ambientali, sono stati sviluppati sistemi di monitoraggio in tempo reale per la sicurezza del trasporto delle opere da parte della società WSense s.r.l. spin-off dell’Università Sapienza di Roma.
Fuori dalla città di Matera, le attività di studio e monitoraggio ambientale sono state condotte presso due musei archeologici del territorio lucano: il Museo Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale della Siritide di Policoro, includendo nelle indagini, in entrambi i musei, sia le sale di esposizione che i ricchi depositi che ne fanno parte.
Infine, in occasione di quattro mostre temporanee, sono state monitorate le condizioni di esposizione nel Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola di Matera, in occasione di “Blind Sensorium, il paradosso dell’Antropocene”, nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea presso Palazzo Lanfranchi di Matera in occasione di “Trama doppia. Maria Lai-Antonio Marras” e di “Rinascimento visto da sud” ed infine, presso il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, sono state monitorate le nuove sale espositive, aperte in occasione della mostra “Riempire il vuoto. Le simmetrie da M.C. Escher ai contemporanei”.
Schedature conservative e restauro di vasi e oggetti archeologici
Nei musei di Matera, di Metaponto e di Policoro, oltre ai monitoraggi ambientali, sono state condotte numerose schedature conservative corredate da una documentazione fotografica degli oggetti esposti nelle sale o conservati nei depositi.
Nel corso di questa attività sono stati individuati alcuni reperti bisognosi di interventi urgenti di manutenzione straordinaria e restauro, che sono stati eseguiti in seno al progetto.